Lo stagista non ha diritto a una retribuzione (ovvero un salario minimo mensile), ai contributi previdenziali, a ferie retribuite, a maternità, congedi, indennità di malattia, scatti di anzianità e non è previsto nessun preavviso (o indennità di mancato preavviso) in caso di licenziamento o dimissioni.
Il periodo di stage non figura nemmeno ai fini dei contributi previdenziali figurativi, cioè gli anni per la pensione, senza reale versamento di denaro all'INPS. Non è calcolato fini dell'anzianità lavorativa in caso di successiva assunzione con un differente tipo di contratto.
Ma soprattutto lo stage o tirocinio non deve essere retribuito obbligatoriamente e l'eventuale pagamento della prestazione lavorativa avviene a titolo di rimborso spese.
Il rimborso forfettario che lo stagista riceve in pochi casi, necessita di giustificativi della spese da dichiarare al fisco. Inoltre sia lo stagista che l'azienda/ente presso la quale si effettua lo stage possono interrompere il rapporto di tirocinio senza preavviso o onere alcuno.
Oggigiorno sono molti i giovani, neolaureati soprattutto, che, terminato il proprio percorso di studi, reputano la possibilità di fare uno stage l'unica prospettiva lavorativa possibile.
Questa situazione, non troppo rosea, è stata lo spunto da cui è nata l'idea di due giovani sceneggiatori italiani, che hanno creato la prima sit-com in onda su facebook, chiamata job/sick che, attraverso l'ironia, descrive il mondo del precariato giovanile da ogni suo più assurdo punto di vista.