"Il suicidio in Italia al tempo della crisi": la mancanza di lavoro spinge in media un italiano al giorno verso il suicidio. Sono i dati preoccupanti emersi dal rapporto Eures.
L' istituto di ricerca impegnato dal 1998 nella promozione e realizzazione di attività di studio, di formazione e di analisi applicata in campo economico, sociale e culturale, ha rivelato che nel 2010 il numero dei disoccupati italiani che in preda alla disperazione ha optato per il suicidio è di 362, cinque in più rispetto all'anno precedente, durante il quale sono stati registrati 357 suicidi. Se si considera il tasso di mascolinità, il numero dei suicidi di uomini italiani è nettamente superiore rispetto a quello delle donne: si è passati da 231 nel 2008, a 303 nel 2009, a 310 nel 2010.
Sono la mancanza di lavoro, l'impossibilità di mantenere una casa, una famiglia, le ragioni che hanno spinto molti italiani verso questa scelta estrema. E quello che è emerso è che tra i suicidi registrati nel 2010, 336 sono stati quelli di artigiani e commercianti: dimostrazione palese che la mancanza di lavoro e l'impossibilità di portare avanti un'attività sono tra le principali cause della crescita del tasso di suicidi in Italia nel 2010.
Infine il rapporto Eures ha registrato che nel 2010 la zona in cui si è verificata una crescita più consistente dei casi di suicidio è il Centro- Nord (con una crescita del 11,2% rispetto al 2009), anche se il primato rimane alla Lombardia con 496 casi e una crescita rispetto al 2009 del 3%.
I casi di suicidio che in questi ultimi giorni hanno affollato le pagine dei nostri giornali ne sono una evidente dimostrazione: la crisi, la disperazione e la mancanza di lavoro spinge molti italiani, giovani e meno giovani, verso la soluzione più estrema.