Donne e contratti: il part-time la soluzione per molti
Le donne coprono il 46,8% dell'occupazione nazionale totale (Istat, Dicembre 2012), la maggior parte delle quali però è assunta con la formula del part-time e, nello specifico, tale tipologia di contratto tre volte su quattro è redatto per l'assunzione di una lavoratrice.
Il part-time in sé non rappresenta una condizione di lavoro svantaggiosa, tanto che negli altri Paesi europei sta registrando un aumento considerevole e può essere uno strumento vantaggioso anche per la crescita dell'Italia. La giornata lavorativa ridotta, infatti, aiuta le donne a trovare una soluzione all'eterno dilemma: carriera o famiglia? Il part-time rappresenta quindi una soluzione per il sovraccarico di lavoro che le donne conservano.
La formula del part-time, insieme ad uno sviluppo intelligente dell'home working, permette di avere una carriera di successo ed essere madre a tutti gli effetti. Purtroppo nella realtà italiana siamo lontani anni luce da una situazione del genere. Da una parte, solo un'impresa su quattro investe capitale, economico e umano, nello sviluppo della tecnologia atta a favorire il lavoro da casa, dall'altra il tipo di part-time è soprattutto non voluto, cioè piegato più ai desideri dell'azienda che alla conciliazione della vita lavorativa e famigliare delle donne, infatti è in forte crescita fra le coppie senza figli.