Freelance (dall'inglese freelance worker) è un termine usato per indicare un libero professionista, indipendentemente dal settore specifico di attività.
Con "freelance" si identificano più spesso figure di collaboratori esterni di agenzie di pubblicità, come possono essere un copywriter o un art director non direttamente assunti, ma incaricati di svolgere un particolare lavoro per conto dell'agenzia stessa, ma anche giornalisti, traduttori, istruttori ecc.
Il freelance, quindi, è un libero professionista o un lavoratore autonomo che eroga prestazioni lavorative per vari soggetti, spesso senza alcun contratto che regolamenti la sua situazione lavorativa. E quando il contratto c’è, si tratta di contratti atipici, come ad esempio quello a progetto, che non copre maternità, malattia, incidenti sul lavoro, ferie. Il contratto a progetto presenta come unico elemento positivo il pagamento dei contributi lavorativi da parte del committente e la possibilità di iscrizione alla gestione separata INPS se si supera la soglia dei 5000 euro l’anno. Altrimenti, tasse e contributi, sono a carico del lavoratore. In questo senso, ci si avvicina anche all'origine etimologica del termine: il contratto che il 'soldato di ventura' stipulava di volta in volta con il suo capitano o signore.
Essere freelance può essere vantaggioso per l'autonomia che si conserva e la libertà di gestione del lavoro, ma da un punto di vista economico, dipende da quanto si guadagna e dal regime fiscale che viene applicato.
Se l’intenzione del freelancer è aprire un’agenzia o un qualsiasi studio professionale, bisogna aprire la partita IVA. Tuttavia, secondo la normativa vigente, chi guadagna meno di 7000 euro all’anno è escluso dal pagamento dell’IVA, nè può farla pagare ai suoi clienti o detrarla dagli acquisti. Se, invece, si arriva a guadagnare fino a 10500 euro annuali l’IVA andrà versata nella maniera comune (circa il 20% del guadagno).
Oggi spesso il freelancer è spesso accostato alla figura del "precario", anche se ciò non è sempre vero, dato che molti non hanno alcun interesse economico o personale a legarsi ad un solo committente oppure a essere dipendenti (o anche soci o associati) di una sola impresa. Questo avviene soprattutto nei casi in cui il professionista è molto competente e ha numerose opportunità di lavoro, e di conseguenza, vuole sfruttare tutte le possibilità che gli vengono offerte. In altri casi, molti freelance lo sono solo teoricamente essendo titolari di partita IVA ma dipendenti di fatto (in questo caso sono chiamati "collaboratori a partita iva fissi").
Consulta anche : "Vivere freelance. La guida per chi vuole diventare un freelance".
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