Quando Nadia ha scoperto di essere incinta aveva 22 anni e dopo averlo comunicato al padre del bambino, che però non se la sentiva di fare il padre, Nadia fu costretta a diventare ragazza madre. In quel periodo Nadia non stava lavorando e perciò si appoggiò ai suoi genitori, i quali la ospitarono e la sostennero nel grande percorso che avrebbe dovuto affrontare. Nadia ha deciso di raccontarci la sua esperienza.
Le prime difficoltà materiali, economiche o assistenziali, che incontrò quali sono state?
Difficoltà a livello umano, l’incomprensione da parte della gente, del cui giudizio allora avevo molto timore; difficoltà logistiche poiché, nonostante ringrazio e ringrazierò sempre i miei genitori che mi hanno sostentata nei primi tempi, mi violentavano psicologicamente; difficoltà sociali poiché mi sentivo diversa in una società dove tutti erano sposati o conviventi con prole al seguito, e dove le ragazze madri venivano compatite oppure etichettate come “poco di buono”.
Dopo la nascita di suo figlio era a conoscenza dei sussidi statali, come gli assegni di maternità? Ne ha fatto immediatamente richiesta al suo comune di residenza?
Non subito, poiché al tempo mi vergognavo di chiedere ciò che mi era dovuto. Piuttosto mi davo da fare per non essere di peso alla mia famiglia e quindi mi iscrissi ad una scuola regionale di parrucchiera. Presi i sussidi quando mio figlio aveva circa 5 anni, dopo l’insistenza da parte dei miei, che ne avevano tutte le ragioni.
Feci richiesta degli assegni di maternità ai servizi sociali di Villa Pamphili, a Roma, e devo dire che l’essere sottoposta a domande inerenti al mio vissuto di ragazza madre, non è stato piacevole, e credo che psicologicamente mi creò delle difficoltà che si aggiunsero a quelle esistenti.
È stato difficile ottenerli?
E’ stato facile poiché la sociologa che mi intervistò aveva fiducia in me vedendo che tipo di persona fossi, intenzionata a darsi da fare per sé e per il figlio.
Infatti ebbe ragione poiché non solo diventai parrucchiera, ma subito dopo mi iscrissi ad una scuola serale di Geometra e presi anche questo diploma. Le chiesi anche un aiuto per trovare un'occupazione, visto che avevo appreso due mestieri, ma purtroppo nulla.
Comunque quando entrai nel mondo del lavoro mi liberai dal “triste fardello” che è stato chiedere soldi, anche se parliamo di 300 mila lire mensili che percepì per circa 4 anni, dopo un interrogatorio quasi da questura.
Dopo quanto tempo dalla nascita di suo figlio è riuscita a travare lavoro?
Trovai un lavoro stabile quando lui aveva circa 9 anni, prima solo lavoretti a nero.
Ha subito qualche tipo di discriminazione in ambito professionale in quanto ragazza madre o al contrario c’è stata una maggiore comprensione da parte di colleghi e superiori?
Quando sono entrata a Roma Capitale ero felicissima, ache se a onor del vero mi vergognavo di ammettere ancora la mia condizione. Non ho usufruito di nessun tipo di agevolazione relativa al mio stato di ragazza madre, anche perchè le donne separate in graduatoria hanno molti più vantaggi rispetto alle altre candidate. Infatti le donne separate, in quanto sposate, sono iscritte nelle pagine Legislative, riconosciute quindi dalla Legge Italiana, mentre noi no! Sapete quante separazioni legali “finte” vengono fatte per passare avanti nelle graduatorie? Moltissime. Infatti mi passavano tutte avanti nelle liste di collocamento.
Sul posto di lavoro non ho avuto alcuna tipo di precedenza; purtroppo invece ho subito forme di discriminazione ed incomprensione. Spesso sono stata trattata come una povera stupida senza cervello, poiché mi è accaduto di diventare ragazza madre. La gente purtroppo dice di capire, ma in realtà ti giudica gratuitamente senza conoscerti. Purtroppo a mio avviso non si può ignorare il giudizio degli altri, gli altri siamo noi, e siamo noi che dobbiamo vivere in un contesto, in cui una persona viene trattata a seconda di come appare. Così è stato per me. Non sempre sono stata accettata e quindi ho dovuto faticare per rendere le situazioni più favorevoli di quanto non fossero in partenza.
Come lei ben saprà in Italia le ragazze madri non rientrano nelle cosidette categorie protette e al livello normativo sono considerate come qualunque altra madre. Ritiene corretto questo comportamento da parte dello Stato?
No, non ritengo corretto da parte dello Stato questo comportamento nei confronti delle ragazze madri. Sappiamo che la Legge Italiana è vecchia e dovrebbe essere riorganizzata in virtù della società che cambia, poiché dinamica e non statica.
Cosa pensa sia assolutamente necessario per una ragazza madre durante la gravidanza e nei primi anni di vita del figlio, che ad oggi non è previsto dalla legge italiana?
Intanto deve ricevere assistenza psicologica gratuita, prima, durante e dopo la nascita del bambino, a cui ugualmente va offerto sostegno psicologico gratuito nel caso in cui ce ne fosse bisogno nel corso degli anni. Lo Stato dovrebbe fornire una dimora degna di questo nome alla madre e al suo piccolo, servizi sanitari gratuiti per entrambi, un sostegno economico più consitente fino a che non venga assegnato alla madre un posto di lavoro dallo Stato. Inoltre lo Stato dovrebbe riconoscere il merito alle ragazze madri che cercano di migliorare la propria condizione oltre al fatto che svolgono due ruoli fondamentali, quello di madre e quello di padre e sono quindi soggetti più logorati. Infatti, anche se viene aiutata dalla famiglia, una ragazza madre ha comunque bisogno, da parte dello Stato di un sostegno più sostanzioso.
Inoltre ritengo che nella nostra situazione lo Stato dovrebbe prima ottemperare alle problematiche dei cittadini italiani piuttosto che a quelle degli extracomunitari. Infatti credo che i figli degli extracomunitari in Italia vengano trattati da sempre con maggiore considerazione.
Ho vissuto in prima persona questa realtà quando feci domanda per richiedere locazione di una casa popolare, visto che tutti mi dicevano che ne avevo diritto. La feci e quando uscirono le graduatorie, mi vidi con un punteggio meno importante rispetto alle categorie disagiate, insomma non rientrai nelle graduatorie utili per le assegnazioni. E questa situazione oggi si presenta soprattutto per far entrare i figli all'asilo nido.
Ciò detto i figli si fanno in due non è la madre che li fa da sola, e un figlio ha il sacrosanto diritto di avere entrambi i genitori. Inoltre nel momento in cui nasce, diventa un individuo e in quanto tale deve avere gli stessi diritti e doveri di qualunque altro bambino, e possibilmente anche un’infanzia amorevole che lo aiuti a diventare un uomo libero ed indipendente.
Con la mia testimonianza vorrei dire che ho trovato difficoltà a fare la parte di padre essendo una donna, sempre con la paura di creare dei disagi psicologici a mio figlio. Oggi comunque è un ragazzo educatissimo e rispettoso del prossimo. Credo di avergli dato tutto ciò che era nelle mie possibilità ed è lui adesso che mi spinge a seguire i miei obbiettivi e a raggiungere i miei traguardi, perchè ha fiducia nella sua mamma.