La regola numero uno quando decidi di andare all'estero a lavorare è ricordarti che lo straniero sei tu. Se hai scelto una metà più o meno esterofila te ne accorgerai presto. In ogni caso l' "ospite" sei tu e dovrai adattarti. Senza spirito di adattamento il tuo soggiorno all'estero durerà poco o sarà infernale. Carica le tue valigie di tanta pazienza, tolleranza, costanza e coraggio. Ti saranno utili nei momenti più difficili, che in genere coincidono con gli inizi.
Sii pronto a doverti arrangiare perché sarai solo, senza mamma e papà, e forse all'inizio senza né amici né conoscenti.
Metti in conto che i problemi che dovrai affrontare saranno tanti: dall'alloggio alle questioni burocratiche, la creazione di una nuova rete di conoscenze e amicizie, etc.
Ovunque tu sia, dimentica il clima, il cibo, gli orari e le abitudini italiane. Sentire la loro mancanza non ti aiuterà a renderle più vicine.
Parla, parla e parla nella lingua del Paese in cui ti trovi, senza paura di sbagliare e senza vergogna. Nessuno ha mai appreso una lingua non aprendo bocca.
Sii modesto nel nutrire le aspettative per il primo inserimento nel mercato del lavoro. Se la gavetta è una regola nel tuo Paese di origine perché non dovrebbe esserlo fuori?
Passando ai consigli pratici: ricordati di portarti una riserva di denaro sufficiente per mantenerti almeno il primo mese. Probabilmente non troverai subito lavoro ma dovrai pagarti l’alloggio, il vitto, i trasporti e qualche svago. L’ideale sarebbe viaggiare con una carta di credito per le emergenze: le prepagate sono quelle più sicure. Non dimenticare il curriculum redatto nella lingua del Paese dove stai andando, la carta d’identità e la tessera sanitaria europea valide: controlla prima di partire la scadenza.